Quanta caffeina c’è…
Il caffè è una bevanda
amata in tutto il mondo, un momento di piacere. È un rito quotidiano, un
catalizzatore sociale e una fonte di pura ispirazione. Originario delle
regioni tropicali dell’Africa, il caffè ha attraversato secoli e continenti, guadagnandosi uno status quasi mistico nella cultura globale.
La magia del caffè risiede nella sua capacità di risvegliare i sensi con una
fragranza avvolgente, infondendo vitalità con la sua inconfondibile e stimolante miscela di caffeina perfetta per una
pausa caffè unica e rilassante.
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In questo articolo, approfondiremo tutto quello che c’è da sapere sulle principali bevande a base di caffeina, rispondendo in primis ad una domanda molto popolare tra gli amanti del caffè:
“Ma quanta caffeina c’è in un caffè?”
Quanta caffeina in un caffè espresso?
Il primo ad essere preso in considerazione è proprio il nostro famoso
caffè espresso (dose media: 30 ml). Un piccolo concentrato di energia, il caffè espresso offre una potente dose di
63 mg di caffeina in soli 30 ml, offrendo un rapido e intenso impulso di sveglia.
“L’impulso di sveglia” è una caratteristica non solo del semplice caffè espresso ma anche del conosciuto e discusso
caffè corretto. La quantità di caffeina in un caffè espresso corretto, ovvero con l’aggiunta di una piccola quantità di liquore (come grappa, sambuca o cognac), rimane in genere intorno ai
63 mg di caffeina per un singolo shot di 30 ml. La presenza di liquore non influisce significativamente sulla quantità di caffeina, poiché il caffè espresso di base costituisce la maggior parte del volume della bevanda. Tuttavia, le quantità esatte possono variare in base alla miscela di caffè utilizzata e alla pratica specifica di preparazione.
Se vuoi saperne di più, leggi il nostro articolo sul
caffè corretto.
Quanta caffeina in un cappuccino?
Un’altra bevanda molto amata e che molto spesso si consuma per farsi una coccola è il
cappuccino (dose media: circa 150 ml).
Un equilibrio perfetto tra caffè e schiuma di latte, il cappuccino offre una dolce combinazione di
63 mg di caffeina in circa 150 ml, regalando un’iniezione di energia avvolta in una morbida e cremosa esperienza gustativa.
Se vuoi saperne di più su come fare un
cappuccino perfetto leggi il nostro articolo.
Quanta caffeina in una cioccolata calda?
Cosa c’è di meglio di una buona
cioccolata calda? (dose media: circa 240 ml). Una scelta di piacere, la cioccolata calda contiene
5-20 mg di caffeina in circa 240 ml, perfetta per momenti di relax.
Quanta caffeina in un caffè filtrato?
Per i più sofisticati, abbiamo il
caffè filtrato (dose media: circa 180 ml).Una scelta più diluita ma altrettanto robusta, la dose di caffeina in un caffè filtrato è di
80-100 mg in circa 180 ml, garantendo una bevanda soddisfacente per gli amanti del caffè più tradizionali.
Quanta caffeina c’è in un caffè Moka?
E il nostro famosissimo
caffè Moka? (dose media: circa 50-60 ml).Ottenuto attraverso il processo di estrazione con la moka, la quantità di caffeina in un caffè Moka è di
63 mg in circa 50-60 ml. Il suo sapore ricco e robusto lo rende una scelta amata dagli appassionati di caffè.
Quanta caffeina in un caffè in cialde?
Non possiamo certo dimenticare il
caffè in cialde.Le cialde offrono una comoda preparazione del caffè, contenendo approssimativamente
63 mg di caffeina in una porzione standard. Questa opzione veloce è popolare per la sua praticità e la consistenza del sapore.
Quanta caffeina contiene un caffe americano?
Continuiamo con il
caffè americano (dose media: circa 240 ml).Simile al caffè filtrato, la quantità di caffeina in un caffè americano è di
80-100 mg in circa 240 ml, ma con un gusto più diluito, adatto a chi preferisce una bevanda meno intensa.
Quanta caffeina in un caffè istantaneo?
Il
caffè istantaneo ha una dose media di
circa 200 ml.La scelta veloce per chi è sempre in movimento, il caffè istantaneo può variare da
27 a 173 mg di caffeina in circa 240 ml, offrendo versatilità e comodità.
Quale tipo di caffè non contiene la caffeina?
Per quanto la parola
“decaffeinato” possa trarre in inganno, non esistono processi di estrazione della caffeina che producono un chicco di caffè completamento privo di questo componente. Una percentuale pari allo zero di caffeina in un caffè decaffeinato è pressoché impossibile da ottenere.
Perciò, è vero che restano delle tracce di caffeina anche all’interno dei chicchi utilizzati per il caffè decaffeinato, ma vediamo quante.
Prendiamo in considerazione il
caffè decaffeinato espresso (circa 30 ml). Per coloro che cercano il sapore del caffè senza la stimolazione, il caffè decaffeinato offre
solo 2-6 mg di caffeina in circa 30 ml, garantendo una bevanda più rilassante.
Quanta caffeina in un tè nero?
Tra le bevande considerate abbiamo anche il
Tè nero (circa 200 ml).Con
40-70 mg di caffeina in circa 200 ml, il tè nero offre una scelta ricca di antiossidanti e un livello moderato di stimolazione.
Quanta caffeina in un tè verde?
Segue poi il
Tè verde (circa 200 ml).Una bevanda leggera ma rivitalizzante, il tè verde contiene
20-45 mg di caffeina in circa 200 ml, con proprietà antiossidanti benefiche per la salute.
Quanta caffeina contiene una bevanda energetica?
Vediamo ora qui di seguito quanta caffeina è presente all’interno delle principali
bevande energetiche (circa 240 ml).Progettate per fornire una spinta immediata, le bevande energetiche possono variare da
40 a 160 mg di caffeina in circa 240 ml, offrendo un rapido aumento di energia.
Quante tazzine di caffè ci sono in una Redbull?
Red Bull (circa 250 ml): con circa
80 mg di caffeina in circa 250 ml, Red Bull offre un’esplosione di energia in una lattina, ideale per affrontare momenti di stanchezza o per uno sprint di produttività. Perciò, all’interno di una Redbull è presente all’incirca la
stessa quantità di caffeina in un caffè.
Quanti caffè ci sono in una coca cola?
Coca-Cola (cola classica, circa 355 ml): con circa
34 mg di caffeina in circa 355 ml, la Coca-Cola classica offre una bevanda frizzante e leggermente caffeinata, ideale per dissetarsi.
Bibite analcoliche con cola (circa 355 ml): con 30 mg di caffeina in circa 355 ml, le bibite analcoliche alla cola offrono una combinazione di gusto rinfrescante e una leggera dose di stimolazione.
Deduciamo perciò che
una coca-cola ha un contenuto di caffeina in un caffè pari alla metà.Quanti caffè ci sono in una pepsi?
Pepsi (cola classica, circa 355 ml): la classica cola Pepsi contiene
circa 38 mg di caffeina in circa 355 ml, offrendo una variante con un tocco distintivo di gusto rispetto alla concorrenza.
In
una pepsi perciò è presente la metà della quantità di caffeina in un caffè.Quanti caffè si possono bere al giorno?
Cominciamo col dire che per un adulto la quantità massima di caffè che può assumere è di
400mg di caffeina, i quali corrispondono circa a
3-5 caffè al giorno.
Perciò la quantità corretta di caffeina in un caffè si aggira attorno ai
65-80 mg.
Se si assumono anche coca cola, tè o cioccolata durante il giorno che contengono caffeina si consiglia allora di ridurre il quantitativo di caffè giornalieri.
Per le
donne in gravidanza invece è consigliata una dose di
200mg al giorno di caffeina. Se assunta in quantità maggiori può portare ad anomalie fetali
(Fonte: Linee guida per una sana alimentazione, revisione 2018).
Il caffè migliora la memoria?
Il caffè aiuta a pensare "meglio", a ricordare di più e a migliorare le capacità di ragionare. È quanto emerso da uno studio pubblicato dal Giornale di Psicofarmacologia britannico secondo cui gli effetti del caffè sono più marcati nelle persone anziane, coloro cioè che hanno fatto uso a lungo della bevanda. Anche il tè ha effetti analoghi - anche se non così potenti come il caffè - che sono causati dalla presenza della caffeina in entrambe le sostanze.
Dai test effettuati
dall’Istituto di Psichiatria di Londra i consumatori di caffè si sono posti al primo posto come velocità di reazione,
memoria e capacità di reagire del 6% superiore a chi non beve caffè e dimostrano di avere una memoria e capacità di ragionare del 4-5% superiore rispetto agli altri. La differenza tra bevitori e non bevitori di caffè è più evidente nelle persone di età superiore a 55 anni.
Secondo, i ricercatori ciò è dovuto al fatto che la caffeina migliora la concentrazione e la presenza di spirito. Si deduce perciò che la presenza della caffeina in un caffè abbia degli effetti benefici per l’individuo.
Che effetti ha il caffè sul corpo?
Quattro o cinque tazzine di caffè possono rendere positivi i test anti-doping. È recentemente accaduto a Bugno che per pochi caffè ha dovuto fare i conti con la commissione medico-legale, la quale ha riscontrato nelle sue urine livelli di caffeina superiori alla norma. Tempi duri dunque per gli sportivi amanti del caffè che dovranno fare a meno del piacere dell’aromatica bevanda e dei suoi positivi effetti sulla prestazione sportiva.
Di parere diverso è
J.H. Williams che sul Journal of sport Medicine and Phisical Fitness ha focalizzato la sua attenzione sulla controversa relazione tra assunzione di caffeina e prestazione sportiva.
Stando alla sua importante pubblicazione, gli sportivi caffeinomani possono, in parte, tirare un sospiro di sollievo perché a bassi dosaggi (e quindi non apprezzabili con i test anti-doping) la caffeina si comporta per i muscoli dello sportivo come un mero propellente.
Una o due tazzine di caffè sono sufficienti a migliorare le prestazioni agonistiche negli sport detti aerobici, cioè di bassa ma di lunga durata (fondo, ciclismo, nuoto etc)
mentre 2-4 tazzine (400mg) sono necessarie per ottenere gli stessi effetti negli sport aerobico-anaerobico alternativi, ovvero in questi sport che prevedono sforzi più intensi ma brevi (calcio, tennis, pallacanestro).
L’effetto energizzante della caffeina in un caffè:
sul sistema nervoso centrale, l’effetto risvegliante del primo caffè preso appena alzati è ben noto a tutti.
Trattasi di un’azione mediata dal rilascio di messaggi chimici, detti catecolamine, che facilitano il livello di attenzione e i riflessi;
sulle fibre muscolari, facilita la trasmissione dei segnali elettrici e quindi la velocità di concentrazione muscolare;
sul metabolismo, mobilita i depositi di zuccheri e acidi grassi e li rende disponibili ai muscoli come combustibile durante l’esercizio fisico.
Questi effetti sono già presenti con
dosi di 100-300 milligrammi di caffeina, corrispondenti grosso modo a 1,5-3 tazzine di caffè espresso.Il caffè fa bene o fa male?
Il caffè continua ad essere oggetto d’indagine. Si scopre sempre qualcosa di nuovo su questa sostanza.
Per esempio, la sua facoltà (quasi ignorata) di stimolare nell’organismo la formazione di endorfine, le morfine naturali che scacciano gli affanni e che rendono più attivi i linfociti T e i NK, cioè i killer naturali contro virus e tumori.
Da esperimenti condotti presso l’università di Harvard (Michel Arold e collaboratori), risulta che dopo un’ora e mezzo dall’assunzione di due tazzine di caffè (con una quantità di 100 milligrammi di caffeina in un caffè), la quantità nel sangue di endorfina aumenta quasi del cento per cento.
C’è poi
la noradrenalina, un’altra sostanza che viene incrementata dal caffè: è stimolante e grintosa, dilata le coronarie e i bronchi. Tuttavia, può però scuotere il cuore, facendogli perdere il suo ritmo regolare, con disturbi di tachicardia o extrasistoli e può anche alzare la pressione sanguigna, essendo un vasocostrittore periferico.
Naturalmente ciò può accadere quando si eccede nell’uso di caffè,
ma quanto caffè?Al riguardo è significativa un’indagine di
alcuni studiosi di Detroit: su 500 persone dai 30 ai 70 anni, consumatori in media di 2 caffè al giorno, i valori globali della pressione non hanno presentato visibili preferenze rispetto a quelli relativi ad un altro gruppo di 500 persone che non ne faceva uso.
Il caffè comunque ha un suo linguaggio con cui comunica ad ogni organismo gli effetti di cui è direttamente capace.
Ogni persona, in base agli effetti che riceve, sa se fare uso di caffè e come farlo.
Ecco perché i "fedeli" di questa bevanda molto spesso disattendono certi ammonimenti dei medici. Del resto è una comune osservazione che molti individui bevono tanto caffè, senza accusare alcun disturbo, e il bello è che dormono anche sodo.
Il motivo di ciò sembra scientificamente provato: è grazie a una sostanza che si chiama
serotonina. Si è visto che il caffè accentua la liberazione nel cervello di questa sostanza, che è anche chiamata scherzosamente “sonnotonina”, proprio per la sua tendenza a produrre sonno. La serotonina entra in gioco soprattutto per regolare l’umore e l’appetito, ma, come si è visto, può in alcuni individui rendere il caffè un "sonnifero" anziché un eccitante.
Esiste anche una vitamina del caffè, si chiama PP. Si sviluppa con la torrefazione di una sostanza contenuta nei semi, la trigonellina. In una normale tazza di caffè se ne trovano circa 2 milligrammi.
È accertato infine che ai bambini e ai ragazzi sotto i 16 anni il caffè fa male, non solo perché è un eccitante nervino, ma anche per una sua azione di freno sulla tiroide e sull’ormone della crescita.
Quali sono gli effetti della caffeina sull’apparato digestivo?
Troppo spesso vittima di tutta una serie di pregiudizi, oggi il caffè è stato finalmente assolto con formula piena in ambito medico-scientifico, secondo quanto riportato dalla pubblicazione
"de Coffea" (F.S.A.N., Fondazione per lo studio degli alimenti e della nutrizione).Nel corso di una ricerca condotta di recente in Italia è stato infatti evidenziato che il consumo di caffè dopo i pasti non presenta alcuna controindicazione. Anzi, secondo gli esperti aiuta a combattere la sonnolenza e l’ipotensione che spesso accompagnano la fase della digestione.
Si è escluso inoltre che la "bevanda nera", anche se assunta a digiuno, possa nuocere allo stomaco, provocare disturbi di tipo ansiogeno o influire negativamente sull’attività cardiaca.
Ma non è tutto: si è scoperto anche che la caffeina in un caffè ha un effetto dimagrante, in quanto aiuta l’organismo a smaltire più in fretta le calorie introdotte con gli alimenti. Inoltre sta acquistando credito, l’ipotesi che una tazza di buon caffè abbia il potere di contrastare l’azione dei radicali liberi, che sono responsabili dell’invecchiamento delle cellule.
Al caffè si ascrivono generalmente
effetti nervini e digestivi. Ovviamente la risposta è, entro certi limiti, individuale. Il caffe, come già dimostrato, può svolgere effetti diversi, tra l’altro anche in funzione delle varietà botaniche e dei trattamenti tecnologici ai quali è sottoposto. Le differenze qualitative tra i diversi tipi di caffè sono per lo più irrilevanti. Il contenuto medio in caffeina, trigonellina, acidi clorogenici, invece varia da caffè a caffè.
Per quanto propriamente attiene il processo digestivo, è importante evidenziare che il caffè, stimolando la produzione di saliva, di succhi gastrici, favorisce il corretto andamento di tale processo.
La caffeina in un caffè, sostanza esaltante le funzioni nervose, migliora il tono di tutte le muscolature: il cuore durante il processo digestivo migliora la sua efficienza funzionale, la muscolatura dell’apparato digerente che divenendo più tonica, è facilitata nelle sue funzioni. L’efficienza cardiaca migliora altresì la vascolarizzazione di quei tessuti che sono deputati alle secrezioni degli enzimi digestivi.
Che effetti ha il caffè prima di dormire?
La caffeina in alcuni esperimenti viene applicata direttamente sulla corteccia cerebrale degli animali studiandone gli effetti eccitanti sui riflessi spinali. Già a livello di attività nervosa riflessa, la presenza della caffeina in un caffè comporta influenze particolari come l’aumento del reclutamento sinaptico spinale nella piena integrità dei processi inibitori.
Ma è
sull’effetto nervino, più popolare della caffeina, quello anti-ipnico, che si evidenziano meccanismi complessi a cui concorrono interventi neurofarmacologici e reazioni psicosensoriali. Tre tazze di caffè somministrate all’ora del sonno (5 mg. Kg. peso), non modificano il quadro E.E.G, né i cicli del sonno.
Quantità di caffè pari a
800 mg di caffeina, 600 dei quali assunti nel giorno dell’esperimento e 200 al momento di andare a dormire, provocano un certo ritardo nell’insorgenza del sonno, ma soprattutto un sonno qualitativamente diverso da quello normale caratterizzato da minore caduta della temperatura (1 °C e più, di solito) e da un maggior numero di movimenti involontari.
Quando la dose di caffeina si aggira sui
150-300 mg, il ritardo del sonno ha luogo solo nel 60% dei soggetti e il ritardo medio si aggira sui 20-40 minuti.