Quando parliamo di caffè in grani, è importante distinguere tra miscele e caffè monorigine. Ma qual è la differenza tra questi due prodotti e quali sono le particolarità del cosiddetto "single origin"? Scopriamolo insieme.
Nel mondo del caffè, sentiamo sempre più spesso parlare di
caffè monorigine, associando questo termine a un prodotto di qualità maggiore, più autentico e raffinato, da intenditori. Anche se questo può, in una certa misura, essere vero, la vastità e la complessità del mondo del caffè ci impongono di fare chiarezza sul
significato di questo termine, molto diffuso ma spesso
usato superficialmente.
È solo conoscendo bene il significato dell'espressione
caffè monorigine che potremo apprezzare, finalmente, questo
prodotto unico, in grado di regalarci
esperienze inaspettate.
Cosa significa caffè monorigine?
Mentre la
miscela contiene più varietà di caffè,
Arabica e Robusta, combinate con sapienza dalla mano esperta del
torrefattore, il
caffè monorigine, anche detto
single origin, è un caffè di
un'unica varietà coltivato in un'unica regione geografica.
Partiamo dal nome: l'unione delle parole "Mono" e "Origine" identifica una
provenienza unica, quindi un caffè
non miscelato, puro, senza l'apporto di
caffè in grani di altre provenienze.
Qual'è l'origine del caffè? Un dibattito terminologico
Già a questo punto potremmo porci una domanda:
cosa si intende per provenienza o origine del caffè? Si tratta di un territorio, uno Stato o una regione? Oppure di una "zona" non meglio definita?
Per prima cosa, dobbiamo sgomberare il campo dall'antica pratica commerciale di definire un prodotto - che si tratti di caffè, tè, spezie o altro - con il
nome del porto nel quale è stato imbarcato. È ancora in uso, infatti, tra i torrefattori, l'adozione di una definizione commerciale tradizionale, legata alle rotte più tipiche del caffè. In questo modo, ad esempio, ci si riferisce al caffè crudo arabica, naturale e di alta qualità, con il termine
Santos, cittadina portuale vicino a San Paolo e centro nevralgico dell'industria caffeicola brasiliana. Un concetto identico a quello che vediamo applicato, ad esempio, al vino "Porto" portoghese, che prende il nome dalla città nel quale veniva imbarcato e destinato al mercato britannico.
Nelle situazioni in cui la città portuale di partenza non è così conosciuta o importante, invece, si è diffusa negli anni l'abitudine di definire il caffè in base al
Paese di provenienza. Ci troviamo di fronte, anche qui, a una definizione
approssimativa, in quanto definire un prodotto indicando una zona così estesa non consente di garantire l'omogeneità del prodotto. O meglio, poteva avere senso una ventina di anni fa, quando la maggior parte dei caffè crudi erano
preparati per l'esportazione seguendo specifici standard qualitativi ed erano ottenuti sì da piantagioni diversissime, ma con
blend caratteristici del singolo paese che risultavano piuttosto omogenei. Oggi, però,
non è più così.
Un'utilizzo più appropriato si è affermato negli
ultimi vent'anni, con
grandi innovazioni per il mercato caffeicolo e un’elevazione
degli standard qualitativi che hanno portato a uno
sforzo sempre maggiore da parte dei produttori, sia associazioni che singoli,
rispetto alla differenziazione e alla promozione di qualità prodotte in aree ben specifiche di un paese, proprio come avviene per il vino con le denominazioni IGT, DOC e DOCG.
In questo modo, il termine
caffè monorigine ha acquistato
un significato più consistente. Quando parliamo di
caffè monorigine, infatti, ci riferiamo di solito a
una preparazione standard di un dato paese, rappresentativa della media della sua produzione, e siamo sicuri di trovare sempre le
medesime caratteristiche, seppur con minime variazioni dovute alle condizioni ambientali.
Oggi, perciò, il termine
caffè monorigine richiama le tipicità e le caratteristiche peculiari di alcune zone di produzione del caffè, all'interno di un medesimo paese, e identifica dei
caffè davvero distintivi e speciali.
Ha ancora senso parlare di caffè monorigine?
Per concludere, possiamo senza dubbio dire che è ancora utile utilizzare il termine monorigine per identificare un caffè che rispetti alcuni parametri relativi al territorio di provenienza e al metodo di lavorazione. Tuttavia,
bisogna tener presente che il caffè monorigine di un determinato paese non è l'unica varietà di caffè che quel paese ha da offrire. Molto probabilmente, infatti, esistono
zone, o addirittura
singole piantagioni, che vale la pena scoprire, in quanto sono in grado di offrire dei caffè ancora più caratteristici e particolari.
E, sempre parlando di monorigine, noi di
Caffè Roen in questi anni abbiamo scoperto
luoghi unici, dove si coltivano con
passione ed
esperienza caffè monorigine della miglior qualità. Se volete provare anche voi una
nuova esperienza di degustazione che vi regalerà
emozioni intense e durature, vi invitiamo a scoprirli
qui.