Continua il nostro viaggio sulle rotte del caffè in grani artigianale
Cosa vi viene in mente quando pensate al Messico? Forse immagini di spiagge bianche, sombreri, cibo piccante e tutto ciò che fa parte dell’immaginario di questo territorio dal punto di vista turistico, oppure, purtroppo, la criminalità organizzata e i famosi “cartelli”, protagonisti di un profluvio di film e serie televisive di genere che hanno visto la luce negli ultimi anni? Con questo articolo mi piacerebbe aggiungere un punto di vista ulteriore, legato alle particolarità geografiche di questo splendido luogo così lontano da noi, che includa l’importanza e il prestigio del caffè messicano.
Per una torrefazione artigianale il cui obiettivo è produrre il miglior caffè in grani, una tappa fondamentale non può che essere rappresentata dal caffè messicano. Recentemente, grazie a un campione ricevuto qualche settimana fa da un importatore specializzato, ho avuto modo di assaggiarne una varietà e di proseguire, così, il mio viaggio sensoriale lungo le rotte del caffè; un viaggio lungo il quale, tramite le pagine di questo blog e non solo, mi piacerebbe portarvi con me.
Questo viaggio parte da Veracruz, nel sud del Paese, una regione affacciata sul golfo del Messico dove i venti umidi che spirano dal mare, combinati con i rilievi tra i 600m e 1400m ed il suolo di origine vulcanica, creano un ambiente perfetto per la coltivazione di caffè arabica pregiati, ideale per le nostre miscele di caffè in grani di alta qualità. Non a caso quindi questa regione è la più produttiva del paese e anche la più conosciuta per la qualità dei suoi caffè lavati. Si tratta di chicchi di caffè in grani di ottima qualità, ricchezza ed equilibrio che, inutile dirlo, sono tra i miei preferiti! Sì perché, tra i vari assaggi di caffè crudi, capita spesso di imbattersi in qualità eccellenti, ma poche sono le varietà che, come si dice, “fanno tazza da sole”, ovvero contengono un equilibrio tale che nessuna componente del loro gusto risulta preponderante, ma tutte risultano armoniche e sinergiche, come ormai è tradizione per tutti i prodotti della nostra torrefazione artigianale.
Già all’aspetto questo caffè lavato messicano si presenta nella sua bella livrea verdognola, con chicchi grandi, omogenei ed allungati, come è tipico per i caffè di questa regione. L’analisi col crivello - un particolare setaccio adoperato per misurare la grandezza dei chicchi - e l’esame visivo rivelano una preponderanza di 17/18, quindi medio grande e una attenta selezione dei chicchi, privi di difetti gravi. Insomma, già mi veniva l’acquolina in bocca: un presentimento da torrefattore e assaggiatore di caffè che si è poi rivelato più che fondato.
Come sempre in questi casi, dopo una tostatura chiara e non prima di aver lasciato riposare il campione di caffè messicano per 24 ore, mi sono fiondato nel cupping di questa stuzzicante chicca. Fin da subito mi hanno colpito il volume e la fragranza della polvere di caffè macinata, uno degli aspetti più golosi del cupping, che in questa occasione è risultato estremamente gradevole, portando alla mente tutta un’ampia gamma di aromi fruttati, di frutta dolce, come pesche, mele, albicocche e ciliegie, che però si univano ad una nota molto fine di cacao, amalgamandosi in un afrore dolce e voluttuoso. Dopo questo invitante inizio, il prosieguo non è stato da meno: la nota fruttata e cioccolatata permanevano nel corso dell’assaggio e si univano via via vaniglia e frutta secca, mentre pian piano emergeva un corpo non eccessivamente voluminoso ma molto fine e setoso, chiaro segno di un caffè vivo e ricco. Dulcis in fundo, l’assenza di difetti, quindi tutte tazze pulite senza sentori estranei: la degna conclusione di un’esperienza sensoriale memorabile.
Ho forse appena descritto la prossima monorigine Espresso di Caffè Roen? Ancora non lo so, ma certamente questo ottimo caffè messicano sarà uno dei candidati favoriti ad entrare nel nostro assortimento di monorigini selezionate di caffè in grani. Solo il tempo e gli assaggi ulteriori, però, potranno dirlo con certezza.
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