In Italia, quando pensiamo al caffè, pensiamo al caffè espresso. Al bar o a casa tua, sai come prepararne uno veramente perfetto? Ti diamo qualche consiglio!
Con un consumo che riguarda
l’80% della popolazione e una media di
1,5 tazzine al giorno per persona (
dati Nielsen), gli italiani sono dei veri
innamorati del caffè espresso. Ed è tanto importante questa bevanda, nel nostro Paese, da assumere
un significato che va oltre il piacere sensoriale, diventando vero e proprio
fenomeno culturale. "Prendersi un caffè" è sinonimo di incontrarsi, condividere un momento insieme, ritagliare un momento per sé stessi e per gli altri nel tran-tran quotidiano.
Ma quanto sappiamo del caffè espresso? Spesso, anche tra chi si occupa della gestione di bar e caffetterie, si tende a prepararlo in maniera sbrigativa,
senza curare i dettagli e senza riguardi per la materia prima, con
risultati altalenanti e imperfetti. Questo è
un vero peccato, perché l’espresso è una bevanda che, se preparata a regola d’arte, è in grado di
dare risalto alle note aromatiche del caffè come nessun’altra preparazione riesce a fare.
Che tu sia un
professionista o più semplicemente un
amante del caffè, in questa guida vogliamo darti
qualche consiglio per preparare un espresso perfetto, degno della miglior caffetteria. Cominciamo con
un po’ di storia, per capire meglio
a chi dobbiamo l’origine del caffè espresso.
Storia del caffè espresso
L’
espresso ha una
storia lunghissima. La prima
macchina per produrre caffè espresso, infatti, venne
inventata nel 1895 da
Angelo Moriondo a
Torino, che a quell’epoca era capitale d’Italia.
L’inventore e imprenditore torinese iniziò la produzione di alcuni prototipi di quella che era, agli inizi,
una piccola macchina a vapore che serviva a produrre caffè istantaneo. Si trattava di
una macchina dal funzionamento semplice e geniale, per preparare il caffè grazie a un’
estrazione veloce,
"espressa" appunto, resa possibile dalla
pressione del vapore, e adatta ai tempi sempre più ristretti della clientela di bar e alberghi.
Nonostante il primo brevetto della macchina, depositato il
16 maggio 1884, e un
brevetto internazionale risalente al
1985, Moriondo non avviò mai la produzione della sua macchina per espresso su larga scala, né commercializzò la sua invenzione. Fu il milanese
Luigi Bezzera, nel
1901, ad apportare qualche modifica al progetto iniziale e intuire le potenzialità commerciali di quella che era
un’autentica innovazione del campo della preparazione del caffè. Fu così che, nel
1906, la prima macchina da caffè espresso venne esposta alla
Fiera Internazionale di Milano, dove il grande pubblico fece la sua conoscenza.
Un ulteriore innovazione la si deve al barista milanese
Achille Gaggia che, nel
1938, trasformò la macchina per espresso
sostituendo al vapore la pressione dell’acqua calda: il suo sistema "a torchio" (battezzato sistema Lampo) era un sistema con pistone più simile alla pompa ad azionamento elettrico utilizzata nelle moderne macchine per espresso.
Ed è così che la macchina per espresso è arrivata fino ai giorni nostri. Ma come possiamo
preparare il caffè espresso in maniera impeccabile, rendendo onore a una storia di innovazioni lunga più di un secolo? Nei prossimi paragrafi ti diamo
qualche consiglio.
Come preparare un espresso perfetto
Per preparare un
espresso perfetto dobbiamo tenere in considerazione moltissimi aspetti. Sebbene, infatti, le moderne macchine da caffè domestiche e professionali svolgano molte azioni
in modo automatico, ci sono molte accortezze che sono lasciate alla mano, più o meno esperta, di chi prepara il caffè.
Vediamole insieme.
La pulizia prima di tutto
Ogni volta che prepariamo un caffè espresso,
gli oli del caffè si depositano sugli strumenti che utilizziamo, andando a creare, nel lungo periodo, una
patina che non è solo
antiestetica, ma
può pregiudicare il sapore del nostro caffè. Per questo, è importante
pulire le attrezzature con regolarità, e, in particolare, le
doccette di erogazione dell’acqua, il
portafiltro e gli
ugelli di erogazione del caffè.
Per quanto riguarda la pulizia delle doccette, prima della preparazione del caffè procediamo con un’azione detta
"purge", o
flussaggio in italiano, ovvero
eroghiamo l’acqua con il portafiltro sganciato. In questo modo eventuali
residui di caffè presenti vengono espulsi e
non vanno a creare gusti indesiderati nella tazza successiva.
Un altro elemento della nostra macchina per espresso che dobbiamo pulire è il
portafiltro, che
deve essere ripulito dai residui di caffè in polvere dopo ogni preparazione
con un apposito panno.
Macinatura del caffè per espresso
Per una resa migliore, bisogna
macinare il caffè in grani al momento della preparazione. Gli
aromi volatili del caffè, infatti,
evaporano poco dopo la macinatura (si stima che in soli 15 minuti il caffè ne perde addirittura il 60%).
Un altro aspetto a cui fare attenzione è la
granulometria: la macinatura
deve essere fine, in quanto un
tempo di estrazione così
breve come quello del caffè espresso richiede una
superficie di contatto con l’acqua elevata.
Pressatura del caffè in polvere
Dopo aver macinato il nostro caffè in grani, è il momento di
dosarlo in maniera accurata: per una tazzina di espresso, nel nostro filtro dobbiamo mettere circa
7 grammi di caffè in polvere.
Ed eccoci arrivati a
uno dei momenti più importanti per la resa finale: la
pressatura del caffè, anche detta
"tamping". Una volta inserito il caffè nel filtro, è importante pressare il caffè con un pressino che deve essere della stessa dimensione del portafiltro per garantire una pressatura omogenea.
Il caffè
deve essere pressato con una discreta energia: una pressatura insufficiente permette al caffè di passare
troppo velocemente, con il risultato di un
caffè sottoestratto. Per raggiungere un livello di estrazione ottimale, inoltre,
il caffè deve essere distribuito in maniera omogenea nel filtro. Solo in questo modo, infatti, si riesce ad evitare il verificarsi del
"channeling" (o c
analizzazione), ovvero il passaggio dell’acqua attraverso alcuni canali dove la densità del caffè è minore, che porta alla
mancata estrazione di tutta la polvere di caffè.
Per
livellare meglio la nostra pressatura ci si può aiutare con i
bordi del portafiltro.
L’estrazione perfetta
L’
estrazione è il
momento clou della preparazione di ogni caffè. Nel caso dell’espresso, viene fatta attraverso il passaggio di acqua quasi bollente,
tra i 90 e i 92°C, con una pressione di
9 atmosfere e per un tempo compreso
tra i 25 e i 30 secondi. Grazie al
perfetto tempo di infusione, che deve essere
calibrato in base al tipo e al grado di tostatura del caffè, si riesce a ottenere un caffè in cui solo le sostante idrosolubili migliori vengono trasferite in tazza e si ha una
perfetta crema dell’espresso.
L’estrazione del caffè espresso si svolge in
tre fasi: la
pre-infusione, ovvero il momento in cui l’acqua entra nel filtro e raggiunge tutta la polvere di caffè, la vera e propria
infusione, ovvero il momento in cui l’acqua passa attraverso il filtro, e infine l’
emulsione degli olii, che conferiscono al caffè una maggior corposità.
Degustazione del caffè espresso
Il caffè va gustato subito dopo la preparazione. Se vuoi degustarlo come un vero intenditore, però, ti consigliamo di leggere il nostro articolo sulla
degustazione del caffè. C’è un universo di
caratteristiche sensoriali che rendono ogni caffè
unico.
Il nostro espresso, inoltre, può essere gustato
liscio, nella sua dose standard e senza aggiunte, ma anche in una delle sue varianti. Può essere un
caffè ristretto, che è di solito 20 ml di prodotto, un
caffè lungo, da realizzare aggiungendo acqua calda al nostro espresso standard fino ad arrivare a 40 ml, e poi ancora un
cappuccino,
mokaccino,
caffelatte,
latte macchiato,
caffè macchiato,
caffè corretto e chi più ne ha, più ne metta. Lungo tutto lo Stivale, non si contano le diverse versioni di questa bevanda. C’è una sola regola: l’
espresso deve essere preparato in maniera perfetta.
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P.S. Conosci la
pianta del caffè e sai come si coltiva? Ne abbiamo parlato in
questo articolo.