lunedì 4 luglio 2022

Acidità del caffè: che cos’è e come valutarla

Acidità del caffè: che cos’è e come valutarla

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autore: Enrico Bendinelli

Tra le caratteristiche che rendono unica una tazzina di caffè c’è l’acidità, una sensazione che ci rivela qualcosa in più sul caffè in grani e anche sul metodo di lavorazione utilizzato. Vi racconto qualcosa in più.

Quando si parla di caffè espresso, mi capita spesso di sentire frasi del tipo: "questo caffè è amaro!", oppure "questo caffè ha un gusto strano!". Sono tutti modi di esprimere una sensazione alla quale, quando si parla di caffè, non siamo affatto abituati: l’acidità.

Infatti, l’acidità è spesso associata agli agrumi e ad alcuni tipi di frutta; più difficilmente è associata al caffè, che di solito evoca sensazioni gustative più "secche", come quella del pane, del caramello o del cioccolato. Tuttavia, il caffè può essere associato anche a gusti più freschi, come, appunto, l’acidità della frutta.

Perché il caffè è acido?

Se vogliamo rispondere a questa domanda, dobbiamo riflettere su un aspetto che viene spesso trascurato: la provenienza del chicco di caffè. Quando parliamo di caffè parliamo di un frutto, e più precisamente di una bacca della categoria delle drupe il cui seme viene utilizzato per produrre il caffè in grani. Se consideriamo ciò, è logico aspettarsi una serie di aromi legati, appunto, alla frutta.

Così come ciascun frutto ha un sapore diverso dagli altrie una sua propria acidità - la mela sarà diversa dall’albicocca, dalla ciliegia o ancora dal limone - anche il caffè ha la sua acidità,che varia a seconda del tipo di caffè. Potremo avere quindi caffè dall’acidità più o meno pronunciata.

Qual è il caffè con maggiore acidità?

Tra le due tipologie della pianta del caffè che vengono utilizzate per produrre la bevanda, ovvero arabica e robusta, troviamo una maggiore acidità nella prima piuttosto che nella seconda.

Anche tra i diversi tipi di arabica, però, abbiamo importanti differenze di acidità. Questa può variare in relazione alla varietà botanica, al terreno, all’altitudine della coltivazione, all’esposizione al sole e alla tipologia di lavorazione del caffè. Sono tutti fattori, questi, che contribuiscono a determinare la qualità e l’intensità dell’acidità del caffè che poi troviamo in tazzina.

Un caffè buono deve avere una buona acidità?

Soprattutto nei casi in cui l’acidità del caffè risulta molto pronunciata, con note citriche e quasi aspra, come avviene nel caso di molti caffè colombiani, l’acidità può risultare sgradevole.

Immaginate di bere una tazzina di caffè con dentro puro succo di limone: per qualcuno potrebbe essere anche piacevole, mentre per altri il mix potrebbe risultare del tutto imbevibile. Ciascuno è abituato a gusti e acidità diversi. Per questo l’acidità del caffè, che è comunque considerata una caratteristica importante della bevanda, non deve essere troppo pronunciata.

Come in molti altri ambiti, anche in questo caso non esiste il giusto e lo sbagliato. Ciascuno ha, a buon diritto, le proprie inclinazioni e i propri gusti.

La miscela dall’acidità perfetta

Solo mescolando tipi di arabica diversi si riesce ad ottenere una miscela vincente. Esistono, infatti, degli arabica dal bouquet aromatico interessante e gradevole che, se bevuti puri, risulterebbero troppo acidi. L’abilità del mastro torrefattore sta nell’abbinare queste varietà ad arabica meno acidi, che permettano a queste note aromatiche di emergere a dovere, senza essere sovrastate dall’acidità.

Nelle miscele 100% arabica che trovi nel nostro shop abbiamo fatto proprio questo: trovare mix perfetti di caffè arabicache possano essere apprezzati dai nostri affezionati clienti.

P.S. Vuoi sapere quali sono le altre caratteristiche del caffè? Leggi questo articolo sulla degustazione del caffè per scoprirle.

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