Il caffè è un elemento imprescindibile della cultura lavorativa, così integrato nella nostra quotidianità che è difficile fare a meno di lui e del momento in cui poterlo gustare: la pausa caffè. Ma della pausa caffè si sa davvero tutto? Chi l’ha inventata? Quali sono le sue regole? Aumenta davvero la produttività? Scopriamolo in questo articolo
Se questo articolo ha
catturato la tua attenzione è perché, forse, ti sei concesso
una pausa dal lavoro, magari appoggiato alla tua postazione oppure facendo due passi per sgranchirti le gambe sorseggiando un buon caffè.
Il caffè è un
elemento imprescindibile della cultura lavorativa, così integrato nella nostra quotidianità che è arduo separare il nostro gusto per il caffè da questa routine consolidata. Pur essendo oggi una pratica irrinunciabile, lo
spazio e il tempo per la pausa caffè negli uffici e nelle industrie non sono sempre esistiti! Ci sono molte versioni a riguardo, ma l'origine della pausa caffè rimane un enigma ancora tutto da scoprire.
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La storia e le origini della pausa caffè
Il diritto alla pausa caffè si è consolidato nel tempo come una prerogativa essenziale dei lavoratori, tanto da essere riconosciuto fin dai primi anni del secolo. Prima di allora, interrompere il lavoro per gustare un caffè era visto come un'eresia e l'idea di fornire ai dipendenti una macchina del caffè o un'area apposita era fortemente contrastata dai dirigenti e dai proprietari per non concedere momenti di relax a chi doveva lavorare e non sorseggiare un caffè in azienda.
È nei
primi anni del Novecento che i lavoratori ottennero il diritto di interrompere il proprio lavoro per bere un caffè. Molte imprese fanno a gara per dichiararsi di essere state tra le pioniere di questo benefit. Alcuni ritengono che la pausa caffè sia collegata alla
nascita della macchina per l'espresso: si racconta infatti che,
nel 1901, un celebre ingegnere, per far sì che i suoi impiegati consumassero il caffè più rapidamente, ideò una delle prime macchine che usava la pressione del vapore per spingere l'acqua attraverso il caffè tritato.
Invece, tra le prime imprese a concedere una pausa caffè durante le ore di lavoro ci fu un'azienda fabbricante di poltrone di Buffalo, in New York, che
nel 1902 stabilì una
pausa caffè di 15 minuti al giorno tra i benefit garantiti ai suoi lavoratori.
Fu però l'
industrializzazione che portò la diffusione del caffè nei luoghi di lavoro e nel
dopoguerra, invece, si videro apparire nei luoghi di lavoro le prime macchine automatiche che dispensavano tazze di caffè una dopo l’altra. Ma solo nel
1952 il concetto di pausa caffè fu ufficialmente riconosciuto, quando un importante consorzio, il Pan-American Coffee Bureau, investì 2 milioni di dollari all'anno in pubblicità radiofoniche e cartacee per stimolare gli americani a consumare caffè proveniente dal Sud America, promuovendo quella che sarebbe diventata poi
la consuetudine di ogni ufficio.
Ma il momento cruciale che decretò la pausa caffè come pratica istituzionale è forse quello che avvenne
nel 1964, quando i lavoratori della United Auto Workers minacciarono di indire uno sciopero per rivendicare la pausa caffè come diritto irrinunciabile. Le maggiori aziende automobilistiche americane dovettero accettare di concedere una
pausa caffè di 12 minuti al giorno dopo lunghe trattative.
L'
Italia, invece, entra in scena
nel 1968, un periodo attraversato da movimenti di contestazione che rivendicavano una trasformazione radicale della società. I
movimenti operai ebbero un ruolo centrale in questo: nelle fabbriche si scatenarono una serie di scioperi e manifestazioni che puntavano all’acquisizione di maggiori diritti per i lavoratori. Tra questi diritti c'era anche quello della
pausa caffè, che non era più considerata come un tempo sottratto al lavoro, quanto, piuttosto, come un giusto intervallo di
riposo e di
socialità per gli stessi lavoratori.
Successivamente si scoprì che la
pausa caffè ebbe un
effetto positivo sulle performance dei lavoratori, il che spinse i datori di lavoro a incoraggiare questa pratica, vissuta ancora oggi. Le origini della pausa caffè sono sconosciute, ma quello che sappiamo è che interrompere il lavoro e gustare una bevanda calda ricca di caffeina, come vedremo in questo articolo, apporta
benefici alla produttività e al
benessere fisico e psicologico dei lavoratori.
Il regolamento della pausa caffè
Da quello che possiamo intuire, interrompere per un momento la propria attività, sia essa di studio o di lavoro, quando si è impegnati per molte ore consecutive, è un'azione fondamentale e per niente trascurabile. Una pausa mentre si gusta un caffè di qualità può favorire una maggiore efficienza e, quindi, garantire traguardi soddisfacenti.
D’altronde, un principio che le mamme e le maestre ci hanno insegnato da quando, con il nostro grembiule e il nostro zaino enorme, iniziavamo a muovere i primi passi nel mondo della scuola, è che il risultato finale del nostro lavoro non dipende dalla quantità di tempo che gli dedichiamo, bensì dalla qualità del lavoro. Il cervello dopo un po' si stanca e si disattiva. Per questo, è necessario interrompere per un breve periodo e poi ripartire. Altrimenti, passare giornate intere, senza fermarsi, a fare una certa mansione, potrebbe essere addirittura controproducente.
Anche gli esperti consigliano di interrompere
ogni 45 minuti l'attività che si sta svolgendo, per concedersi un intervallo che può variare
da cinque a quindici minuti, in modo da ripartire con maggiore energia. Ovviamente, questa pratica non è sempre realizzabile. Dipende molto dalla situazione in cui ci si trova: se si studia o si lavora autonomamente nella propria abitazione, è più facile; se invece si opera in contesti lavorativi, è più complicato. Tuttavia, la
legge prevede che ogni lavoratore abbia il diritto di usufruire di un breve periodo di pausa,
a determinate condizioni.
Per prima cosa, è bene precisare che la legge non contempla esplicitamente la pausa caffè, ma stabilisce una pausa giornaliera, che può essere, in ogni caso, impiegata anche per consumare una buona tazza di caffè. Per i
lavoratori dipendenti che svolgono un'attività lavorativa di durata superiore alle 6 ore al giorno, è previsto il diritto a una pausa di 10 minuti al giorno. Questa pausa può essere usufruita in qualsiasi momento della giornata, oppure all'inizio o alla fine della stessa, magari uscendo anche 10 minuti prima.
Naturalmente questa pausa non è inclusa nel calcolo della retribuzione. Nel caso in cui l'attività lavorativa prevede un
orario spezzato, ad esempio con uscita alle 13 e rientro alle 14, la pausa giornaliera di 10 minuti può essere inserita all'interno dell'intervallo stesso, il che significa che la pausa caffè di 10 minuti può coincidere con la pausa pranzo, a discrezione del datore di lavoro.
Invece, chi svolge un'attività lavorativa che richiede
l'uso di uno schermo per almeno
20 ore a settimana, come ad esempio chi si dedica al montaggio di video, chi monitora il processo produttivo in fabbrica, l'operatore alla sorveglianza che osserva i monitor o chi si occupa di web, ha diritto a una
pausa di 15 minuti ogni 2 ore. Si tratta, però, di una pausa non lavorativa solo in apparenza, poiché il datore di lavoro può assegnare, in questo lasso di tempo, altri tipi di compiti che non implicano l'impiego di uno schermo. Se il datore di lavoro, invece, concede una pausa effettiva, allora si può approfittare di una
deliziosa tazza di caffè bollente.
Il box delle domande sulla pausa caffè
Per molti lavoratori, il
momento più desiderato della giornata è quello della
pausa caffè, in cui si può godere di qualche minuto di
riposo e di
distensione, ma non solo. Infatti, questa pausa non solo
fa bene al cervello, perché gli permette di recuperare le energie psico fisiche, ma può essere anche vista come un’opportunità di
socializzazione tra i colleghi, per migliorare la conoscenza reciproca, con l’obiettivo di incrementare l’armonia e la cooperazione del gruppo.
Tuttavia, quando arriva il momento tanto desiderato, si presentano
tanti dubbi, su come questa pausa debba essere gestita e organizzata, per evitare di infrangere, anche involontariamente, le regole.
Chi ha diritto alla pausa caffè?
Tutti i lavoratori!La
legge numero 66 del 2003 ha riconosciuto la
pausa caffè come un momento fondamentale, da inserire obbligatoriamente in una
giornata lavorativa di almeno sei ore, per garantire il benessere di tutte le categorie dei lavoratori. Prima di questa normativa, la pausa caffè era vista come una perdita di tempo o come una scappatoia per evitare di fare qualcosa.
Ora, invece, è un
diritto inalienabile che spetta a tutti. Non si tratta di una gentilezza da parte del datore di lavoro, ma di una tutela legale. Pertanto, non si può proibire né sostituire con compensi economici, in caso di rinuncia, perché non ha un valore monetario.
Quanto deve durare la pausa caffè?
La durata della pausa
non è stabilita a priori, ma dipende dalle politiche dell’azienda o dalla decisione del datore di lavoro e, soprattutto, dal
tipo di mansione che si esercita. La legge prevede che un lavoratore si conceda
almeno dieci minuti di riposo, se il suo orario giornaliero supera le
sei ore complessive. Lo scopo principale è quello di rinvigorire le energie sia fisiche che mentali, ma può essere anche un'opportunità per interrompere la routine o la monotonia del momento.
Come già visto in precedenza, in alcune situazioni sono previste delle pause più ampie, come per i
lavoratori domestici, i
video terminalisti e i
trasportatori, che hanno diritto a delle pause più frequenti e più lunghe,
fino a una durata di 45 minuti.
È possibile non fare la pausa caffè?
Ogni lavoratore ha il diritto di fare una pausa, per poter aumentare la sua efficienza nel lavoro. Ovviamente, non esiste nessuna norma che costringe il lavoratore a consumare per forza un caffè o a lasciare l'ufficio. Il tempo può essere utilizzato come si preferisce, ma dovrebbe essere un'occasione di riposo, in cui rilassarsi e ricaricarsi per portare a termine i compiti lavorativi al meglio.
La pausa caffè aumenta davvero la produttività?
Cero che sì!Un effetto benefico della caffeina è quello di
migliorare la memoria e
la concentrazione, portando al minimo quelle fasi critiche di fatica e distrazione. Ma non si tratta solo di ingerire caffeina per sentirsi proattivi ed efficienti: la pausa caffè avrebbe anche un impatto sulla
creatività, sull’
affiatamento del team di lavoro e rappresenta anche una possibile fonte di ispirazione per
idee nuove e originali.
Interrompere per qualche minuto l’attività che si sta svolgendo per bere un caffè, preferibilmente in un
ambiente confortevole e diverso dalla scrivania o dalla postazione di lavoro, rappresenta un’occasione per passare brevi momenti di aggregazione e confronto, con effetti positivi sul proprio benessere e quello dei colleghi, che sono la base per la realizzazione di progetti vincenti e per il raggiungimento degli obbiettivi prefissati.
I benefici della pausa caffè
Quello che accomuna le diverse realtà professionali di aziende, imprese e uffici è proprio la piacevole abitudine di concedersi una
pausa caffè. Si tratta di un'occasione molto significativa perché spesso permette ai lavoratori di staccare dal computer, distendendo muscoli e mente anche solo per un breve lasso di tempo. I momenti preziosi della pausa caffè sono utili per
recuperare le forze, per
mantenere il cervello vigile e per riprendere il lavoro
più determinati.
Attivazione del proprio corpo
Decidere dove consumare una buona tazza di caffè o dove passare quei pochi minuti della propria pausa può sembrare banale, ma allo stesso tempo può rivelarsi una scelta che può fare davvero la differenza. Muoversi un po' e allontanarsi dal proprio postazione di lavoro può sembrare inutile, ma in realtà è essenziale.
Così si fa un
accenno di attività fisica mentre si svolge un lavoro sedentario come stare ore e ore seduti di fronte al computer. Per questo motivo è bene dedicare uno spazio dell'ufficio alla pausa caffè, arredando una zona in cui poter creare un'atmosfera rilassata tra i colleghi per riprendere il lavoro più sereni e stimolati.
Riduzione dello stress
La produttività e la creatività di un dipendente sono influenzate negativamente dallo stress e dalla tensione. Per questo, è importante concedersi dei momenti di pausa e relax durante la giornata lavorativa.
La pausa caffè è un'occasione per distrarsi e
liberarsi dello stress accumulato fino a quel momento, così da riprendere il lavoro con una maggiore lucidità e una migliore predisposizione.
Favorisce la socializzazione
Un elemento fondamentale della pausa caffè è il fatto che stimola la comunicazione tra colleghi, rendendo questa sosta
un autentico momento sociale. Mentre si gusta un buon caffè, è possibile condividere con i propri vicini di scrivania o di ufficio parole, idee, riflessioni sui temi più vari.
La pausa caffè con Caffè Roen
Insomma, come abbiamo ormai ben capito, la
pausa caffè è un momento importante della giornata lavorativa, che ci permette di rilassarci, ricaricarci e socializzare con i colleghi. Ma per godere appieno e assaporare ancor di più questo momento, fermiamoci un attimo a pensare a quanto possa gratificare o fare la differenza bere un
buon caffè di qualità durante una pausa così tanto desiderata.
Infatti, per una pausa caffè alternativa e di qualità, sarebbe bene preferire ai classici distributori automatici una buona
macchinetta del caffè con cialde, che ci offre un caffè comodo, veloce ma di qualità, con una vasta scelta di aromi e intensità.
Oppure, ancora meglio, attrezzare il proprio ufficio o luogo di lavoro di una bella
macchina macina caffè in grani, che ci permette di gustare un caffè fresco e profumato, macinato al momento, come se si fosse seduti al bancone di un bar. Questa soluzione, oltre a garantirci un caffè di alta qualità, ci fa anche risparmiare tempo e denaro, evitando di dover uscire dall'ufficio per cercare un bar.
Inoltre, una macchina macina caffè in grani è anche più ecologica e sostenibile, perché rispetto i distributori automatici, permette di ridurre i rifiuti prodotti, come i bicchieri usa e getta.
Insomma, per una pausa caffè davvero piacevole e rigenerante, potete affidarvi a
Caffè Roen, magari facendovi un giro nel nostro
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cialde monodose, per un caffè equilibrato, cremoso e vellutato, come quello del bar.